Bernardo Attolico.


A cura di Leonardo Losito.

Pubblicato su L'IDEA N.66, 1997, NY

BERNARDO ATTOLICO, a cura di Leonardo Losito, raccoglie gli atti ed i documenti presentati al Convegno Internazionale di Studi svolto in Adelfia di Bari nel febbraio del 1992. Nativo di Adelfia, allora chiamata Canneto di Bari, Attolico rimane uno dei personaggi più interessante del periodo tra le due guerre. Attivo nella diplomazia, egli decise di continuare a servire l’Italia ed il proprio sovrano anche quando il fascismo prese potere, pur non condividendone le idee. Come lui, furono tanti i “silenziosi soldati del dovere... i Funzionari durante il fascismo. Chi narrerà mai le ingiustizie che subirono, i rischi personali che corsero, la mirabile pazienza di cui diedero prova?...C'è tutta una storia segreta ed eroica della burocrazia italiana, e particolarmente di quella politica, alla quale principalmente si deve se importanti posizioni non sono state compromesse e se capitali interessi sono stati salvaguardati...Fra tutte queste storie, quella tragica di Attolico è certamente la più strana e la più ammirevole”. Ciò che portò Attolico all’attenzione dei suoi superiori fin dall’inizio furono la sua dedizione e la sua abilità nell’impostare schemi funzionali che potessero essere usati in pratica e che non rimanessero solo impostazioni teoriche. Questo lo dimostrò specialmente nel suo impegno nell’emigrazione, “quando tale fenomeno, ingiustamente rimosso dalla nostra cattiva coscienza, assume al principio del secolo le dimensioni bibliche dell’esodo”. Ispettore di Emigrazione negli Stati Uniti, egli convinse il governo italiano a creare scuole per gli emigranti, affinchè questi potessero affrontare con più consapevolezza e preparazione questo periodo potenzialmente tragico della loro vita. Consigliere tecnico alla Conferenza della Pace, Bernardo Attolico si distinse per la sua perspicacia e per le sue abilità diplomatiche. Alto Commissario a Danzica nonchè Vice Segretario Generale della Società delle Nazioni dal 1922 al 1927, Attolico si guadagnò il rispetto non solo degli altri rappresentanti diplomatici, ma anche degli abitanti di Danzica. Questo brillante ed infaticabile figlio della Puglia venne scelto come Ambasciatore nel Brasile, poi nell’U.R.S.S. e quindi in Germania, proprio in funzione della crescente difficoltà che si poteva constatare nei rapporti con tali nazioni. La sua capacità nel trovare soluzioni non compromettenti lo caratterizzò, ma fu anche responsabile del suo trasferimento al Vaticano come Ambasciatore nel 1940: “Sotto le pressioni di Berlino...Mussolini nell’aprile 1940 si decise a richiamare Attolico...Con questa decisione...fu eliminato il più grande ostacolo per l’intervento italiano”. “Abbiamo solo qualche testimonianza del suo travaglio interiore. Attolico intrattenne un rapporto di fiducia con l’Ambasciatore inglese a Berlino, Henderson, con il Segretario Generale della Wilhelmstra§e, con WeizsŠcker, e con l’Alto Commissario della Lega delle Nazioni a Danzica, lo svizzero Burckhardt.“ In certi momenti degli anni cruciali 1938 e 1939, questi rapporti assunsero quasi l’aspetto di una “congiura della pace”. In una conversazione con Burckhardt, durante l’estate del 1939, Attolico asserì: Volevo lasciare questa atmosfera orribile. Ma non posso...Dobbiamo impedire ad ogni costo questa crisi polacca...Non siamo lontani dallo scoppio di una nuova guerra mondiale. Tutto il mondo sembra avere congiurato per provocare la catastrofe. I polacchi si dimostrano ritrosi, qui a Berlino abbiamo a che fare con pericolosi buffoni...Anche in Italia le cose non sono molto migliori...l’influsso di Berlino è pernicioso”. Questo libro su Bernardo Attolico riesce a presentare con chiarezza ed obbiettività la vita di questo grande della diplomazia internazionale, ponendo in luce in special modo i suoi tentativi mirati a far si che l’Italia si astenesse dall’intervento bellico. Interessanti i molti documenti a sua firma, che occupano ben metà di questo volume; con la loro lettura si può penetrare a fondo la situazione, comprendendo non solo le azioni, ma anche i sentimenti dei vari protagonisti dell’epoca a cavallo tra le due guerre. I vari saggi non sono solo interessanti per il loro contenuto storico, ma direi anche piacevoli, pur avendo tutti una impostazione stilistica accademica, perché non si perdono nell’uso ed abuso di un linguaggio elitistico. Questo libro presenta inoltre una piacevole rilegatura, una ottima introduzione dell’organizzatore del Convegno, Leonardo Losito ed una impeccabile impostazione grafica. Valido sotto tutti gli aspetti, dunque, questo volume, pubblicato dall’Editore Schena nel 1994, riesce certamente nell’intento di ricordarci che, anche nei periodi più oscuri per la nostra civiltà, esiste sempre chi non dimentica la differenza tra il bene ed il male e cerca di mutare gli eventi: “Il modello diplomatico di Bernardo Attolico è la linea della preparazione seria, della dignità, della concretezza, un modello in anticipo rispetto al tempo da lui vissuto, ad un tempo di arbitrio e di sottosviluppo materiale, ma certamente adatto al nostro tempo, alle esigenze di un Paese maturo ed avanzato, di una Democrazia industriale, di un Paese che non ha più bisogno di fingere più potenza di quella che aveva o di quella che ha”.

                                              

                                                 Pagina iniziale