La nuova Idea e l'italianità


Con questo nostro nuovo numero de L’Idea, noi della redazione proponiamo ai nostri devoti lettori un nuovo prodotto. Frutto di una naturale evoluzione che ci ha portato a sostenere sempre nuove iniziative, questa nuova rivista intende offrire informazioni sulle attività socioculturali delle nostre comunità italiane negli USA e allo stesso tempo tenere un più saldo legame con la lontana patria attraverso vari articoli provenienti dall’Italia. Quando, nell’arco degli anni, i vari amici e conterranei ci chiesero quale fosse la forza trainante che consentiva la realizzazione di ogni numero de L’Idea nonostante tutti i problemi personali che i vari membri della redazione incontravano via facendo, rispondemmo che ci faceva piacere contribuire, nel nostro piccolo, alla società dando quello che potevamo di noi stessi. Ripercorrendo il sentiero del passato, ci troviamo ancora a dovere rispondere all’identico quesito, rafforzato ancor più da questa nuova metamorfosi grafica e di contenuto del nostro periodico. Mi sembra opportuno quindi dedicare questa mia colonna all’argomento. Pur tenendo conto che la mia replica conterrà delle generalizzazioni, spero di tutto cuore che i miei pensieri riflettano in linea di massima quelli di tutti noi della redazione ed anche di molti di voi lettori. La più grossa forza contributrice all’entusiasmo che caratterizza le azioni dei nostri conterranei nell’ambito delle varie associazioni e’ certamente l’inconscio anelito ad una italianità che nel contesto di questa nostra società tende a perdere poco alla volta il valore iniziale, per poi svanire a nostra insaputa in un limbo, da cui viene recuperata solo in occasione di eventi di grande portata. Ma che cos’è questa italianità? Che cos’è che ci rende così differenti dagli altri popoli? Forse la nostra abilita di sentirci una nazione a dispetto delle diversità? Noi italiani del resto siamo sempre stati orgogliosi di questa nostra molteplicità linguistica e socioculturale. La monotonia non ci e’ mai stata consona: viva la varietà! La bellezza dell’Italia viene propria accentuata da questa nostra eterogeneità. L’italianità stessa e’ un concetto che non può essere lo stesso per ognuno di noi, perché le nostre esperienze ed i nostri preziosi ricordi sono esclusivi e ci permettono di differenziarci, di sentirsi uniti pur nella disuguaglianza. La nostra pluralità pervasa di un giocondo campanilismo, l’innato desiderio di discutere ogni cosa come se fosse la più importante, la nostra capacità di coesistere pacificamente con tutti gli altri gruppi etnici e religiosi, la nostra varietà gastronomica, l’ingegnosità del nostro popolo nel momento del bisogno, sono tutte peculiarità che ci distinguono dalle altre nazioni e ci consentono di asserire con baldanza: siamo italiani e ne siamo orgogliosi. Questo nostro bisogno di rafforzare in noi e nei nostri cari questa italianità e’ di conseguenza dettato da un legame con la nostra patria che noi non vogliamo e non possiamo recidere perché e’ proprio questo vincolo che ci identifica e ci accomuna. Possiamo con sicurezza dichiarare che l’italianità pervade le nostre vite e ci permette di fare parte attiva di questa nazione, anch’essa caratterizzata dalla molteplicità. Proprio per questo proviamo l’esigenza di comunicare con i nostri concittadini e dare loro informazioni sul loro paese, sulle attività delle loro associazioni e speriamo anche un poco di gioia. Vorremmo che i lettori contribuissero al dibattito, ancor più adesso che una forza maligna, nascosta sotto falsi pretesti, minaccia l’unità della nostra bella Italia. Diteci quali sono le vostre opinioni a proposito, quali sono gli articoli che vi interesserebbe leggere e se siete d’accordo con le nostre idee. Mandateci informazioni sulle vostre associazioni e le loro attività, copie di libri da recensire e qualunque altra informazione sulle attività culturali di italiani residenti negli USA. Noi, nel limite delle nostre possibilità di tempo e di spazio, vi risponderemo o pubblicizzeremo gli eventi. Usateci pure come trampolino di lancio: noi, dopotutto, crediamo ancora nell’italianità.

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